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Vivere con Bolt: presenza invisibile (ma non troppo).

Bolt è sempre lì, anche quando cerca di passare inosservato come un ninja... Non lo vedi, non lo senti, ma poi... zac! Ti accorgi di lui quando calpesti qualcosa di inspiegabilmente soffice o quando si materializza dietro di te mentre apri il frigo. Perché un golden retriever non è mai davvero "assente": è semplicemente ovunque.

Quando hai scelto un golden retriever, magari immaginavi scene idilliache: Bolt accoccolato ai tuoi piedi, dolce e serafico. Nella tua mente, incarnava la serenità assoluta, con quegli occhi che trasmettevano pura devozione.

La realtà? Bolt ha deciso che la sua missione è monitorare ogni tuo movimento con la precisione di una guardia del corpo. Sorveglia la casa portando in giro un calzino spaiato come se fosse un trofeo. E poi c’è la sua abilità speciale: accoccolarsi con tutta la grazia di un elefante proprio sopra gli occhiali da vista o il telecomando, mentre tu cerchi disperatamente gli occhiali in giro per casa, convinto che siano spariti nel nulla.

Ad esempio, eccoci qui: noi siamo in ufficio, immersi tra carte, computer e idee. E lui? Bolt è spaparanzato sul divano, come un re nel suo regno. Sembra completamente assorbito dal relax più profondo.

Ma attenzione: non lasciarti ingannare. Un occhio è sempre semiaperto, vigile come quello di un bodyguard che non si lascia sfuggire nulla. Basta un piccolo movimento, come una sedia che scricchiola o un foglio che cade, e lui alza la testa, lanciandoti uno sguardo da “Tutto sotto controllo?”.

La sua energia non si limita alle pareti di casa. Quando è il momento di uscire, Bolt non si tira indietro. Questa stessa prontezza la ritrovi anche quando sei fuori casa. Uscire con Bolt non è una semplice passeggiata rilassante: è più una prova di resistenza fisica. Lui non cammina mai tranquillo, parte a razzo tirando il guinzaglio con l’entusiasmo di chi ha appena scoperto il mondo per la prima volta... ogni singolo giorno! Ogni tanto ti chiedi se, prima o poi, perderai una spalla. Forse non l’hai ancora persa solo perché hai sviluppato una resistenza da maratoneta e la forza di un gladiatore. Perché con un golden retriever al guinzaglio, devi essere pronto a tutto: altri cani, foglie svolazzanti, odori misteriosi... persino una busta di plastica può scatenare l’impulso da esploratore di Bolt.

La scena tipica: tu cerchi di mantenere un’andatura regolare, ma lui decide di cambiare strada perché, evidentemente, quel cespuglio lì ha bisogno di un’analisi approfondita.

Dopo la passeggiata estenuante, torniamo a casa. Tu vorresti solo toglierti le scarpe, respirare e recuperare la spalla malconcia. Ma no, non con Bolt. Perché il vero spettacolo inizia adesso: il rituale di pulizia post-avventura.

Bolt entra felice, magari con una foglia attaccata al pelo e sporcizia artisticamente distribuita sulle zampe. Lo guardi e pensi: “Oh no, non sul divano!”. Lui ti guarda indietro con un’aria da “Che c’è? Sono fantastico così!”.

Dopo la lotta epica con l’asciugamano, pensi di avercela fatta: il momento di pace è arrivato. Ti siedi sul divano, accendi la TV e ti rilassi. Ma ecco che Bolt, fresco di avventura, decide che è lui a meritarsi quel posto d’onore. Si arrampica con tutta la disinvoltura del mondo e si piazza esattamente al centro del divano… al tuo posto!

Tu lo guardi incredulo, lui si stira beato come se fosse la sua poltrona reale. Se provi a spostarlo, ti fissa con quegli occhi pieni di sdegno e un velo di dramma canino: “Davvero vuoi togliere questo privilegio a un povero cane stanco e devoto?”.

Quando finalmente, con un po’ di compromesso, ti ritrovi seduto su un angolo risicato del divano, Bolt decide che il momento successivo è quello della cena. Si alza con tutta la solennità di chi sa che è giunta l’ora e si piazza davanti alla cucina. Ti guarda, poi guarda la ciotola vuota, poi di nuovo te, con un sincronismo perfetto degno di un attore consumato. Se cerchi di ignorarlo, parte la modalità “messaggio vocale”: un abbaio fisso, breve e inconfondibile, ripetuto a intervalli regolari come un timer canino. Non è forte, non è aggressivo... è semplicemente impossibile da ignorare.

Ti alzi per riempire la ciotola, Bolt ti segue con entusiasmo crescente, come se non fosse certo che arriverai a destinazione senza cambiare idea. Al primo plop delle crocchette nella ciotola, la sua coda comincia a scodinzolare come una bandiera al vento, mentre tu, ormai rassegnato, lo guardi divorare tutto con la gioia di chi vive per quel momento.

Conclusione: rilassarti? Forse dopo la cena di Bolt... ma anche lì, non ci metterebbe molto a convincerti che un bis è assolutamente necessario!

Prima di Bolt, c’era Max. E Max era davvero... il massimo. Un autentico professionista del mondo canino. Lui non si limitava a portare i calzini in giro: li ingoiava con la convinzione di un critico gastronomico. E poi c’era il suo superpotere: svegliarmi semplicemente fissandomi. Non un abbaio, non un movimento. Solo un paio d’occhi puntati addosso fino a che non mi arrendevo. Max aveva questa presenza quasi "mistica".


Bolt e Max in ufficio
Bolt & Max

E poi è arrivato Bolt, che, al contrario, non mangia calzini (fortunatamente). Ma attenzione: ha messo su un’alleanza con i miei figli che definire "associazione a delinquere" è riduttivo. Corrono, tramano, fanno sparire palline e biscotti con la destrezza di una banda organizzata. Se Max era il maestro del minimalismo (un cane, un calzino, un obiettivo), Bolt e la sua crew sono i re del caos coordinato. Non ci sono regole, solo complicità.

La scena tipica: i bambini ridono mentre Bolt li segue con la coda scodinzolante e uno sguardo pieno di entusiasmo. Appena uno dei bambini piange o si allontana, Bolt si trasforma nel loro angelo custode, pronto a consolare, annusare o sedersi accanto con fare protettivo. Ma non appena ritorna la calma... via, si riparte con nuove trovate, come corse per casa, inseguimenti tra divani e, ovviamente, cacce al tesoro (che spesso includono oggetti che non dovrebbero esserlo).

In questo caos sincronizzato, tu cerchi di mantenere l’ordine, ma capisci presto che è una battaglia persa. In fondo, guardandoli insieme, non puoi fare a meno di sorridere.

Uno dei momenti più esilaranti è quando Bolt decide di dimostrare tutto il suo affetto con le sue inconfondibili "leccate d’amore". Per lui, è un gesto di pura devozione; per i bambini... un orrore totale!

Si avvicina con quel suo sguardo dolcissimo e, senza preavviso, parte una leccata gigante sui piedi. I bambini urlano: “Boooolt! Mamma mi ha leccatooo!”. E mentre loro cercano di riprendersi dall’ “attacco bagnato”, Bolt li guarda con l’espressione di chi pensa: “Ma come? Non era fantastico?”.

Nonostante questo "trauma" quotidiano, Bolt rimane il loro eroe e, all’occorrenza, anche il loro martire. Bolt passa dalle "leccate del disgusto" al ruolo di "sacrificio vivente" con una serenità zen che solo un golden retriever può avere.

Sì, la casa è spesso sottosopra, la spalla rischia di andarsene dopo ogni passeggiata, e il pavimento raramente rimane asciutto dopo una giornata di pioggia. Ma non è tutto: anche quando finalmente la casa splende e ti siedi soddisfatto ad ammirare il tuo lavoro, eccola lì... la palla di pelo rotolante che sbuca all’improvviso da sotto il divano, come il classico cespuglio di fieno nei film western. In quel momento senti nella testa la musica epica da duello e ti chiedi: "Ma com’è possibile?!".

Eppure, nonostante tutto, quando Bolt ti guarda con quei suoi occhi profondi, pieni d’amore, capisci che ne vale la pena. È faticoso? Assolutamente. È perfetto? Anche.

Perché vivere con Bolt significa non annoiarsi mai e imparare ogni giorno che l’amore incondizionato può avere la forma di un cane che ti segue ovunque, palla di pelo inclusa.

In fondo, come si potrebbe vivere senza di lui?

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