The Day After... spot!
Ah, la stagione degli spot dei profumi! Quella meravigliosa tradizione pubblicitaria in cui attori bellissimi, vestiti di seta o seminudi, corrono nel deserto, ballano sotto la pioggia o fissano il vuoto con sguardi intensi, mentre una voce sussurra parole esistenziali tipo "L’amour, c’est tout" o "Be yourself, be fragrance".
San Valentino, più che la festa degli innamorati, sembra essere la festa delle pubblicità di profumi. Per qualche motivo, le case di moda hanno deciso che il modo migliore per esprimere l’amore non sia con gesti reali o attenzioni sincere, ma spruzzandosi addosso un’essenza dal nome altisonante. E così, tra uno spot e l’altro, ci ritroviamo a domandarci: "Ma io, senza questa fragranza, riuscirò mai a essere desiderabile?".
Poi ci sono le pubblicità che puntano sull’erotismo sfrenato: lui e lei si annusano come segugi, il tutto condito da un montaggio di sguardi languidi e labbra socchiuse. Oppure quelle dal tono filosofico: voci profonde che recitano frasi sconnesse tipo "Il tempo è un’illusione. L’amore è un profumo. Tu sei infinito."… e giù milioni di euro per un flacone di liquido.
E vogliamo parlare delle versioni maschili? Qui il copione è sempre lo stesso: uomo in smoking che guida un’auto sportiva (rigorosamente da solo), sfida l’oceano, cammina per una città deserta alle tre di notte, il tutto mentre un’attrice bellissima lo guarda come se fosse un semidio. Perché, si sa, se non indossi quel profumo, nessuno ti troverà attraente.
Alla fine, ci caschiamo sempre: entriamo in profumeria, spruzziamo il tester, ci diciamo "quest’anno niente regali banali", e torniamo a casa con l’ennesimo flacone da aggiungere alla collezione. E l’amore? Beh, quello non si compra… ma almeno profuma di vaniglia e legni pregiati!
Ieri sera, tra un’apocalisse glaciale e una valanga di spot, abbiamo scoperto che l’amore è quando anche il disastro sa di lusso… e di profumo.
Mentre cercavamo di guardare, con un certo masochismo, The Day After Tomorrow su Mediaset, combattendo più contro gli spot che contro l’era glaciale, arriva la pubblicità del nuovo profumo Burberry Hero. Sullo schermo, Adam Driver corre a petto nudo accanto a un cavallo su una spiaggia deserta, in un crescendo epico di simbolismo.
A quel punto, Adriano, con la sua consueta capacità di sintesi, se ne esce con: “Perché dovrei comprarmi un profumo che, dal messaggio pubblicitario, sembra che sappia di stallone dopo una corsa?”.
Certo, con le informazioni corrette possiamo tranquillizzarlo: Burberry Hero non è pensato per evocare l’odore di una scuderia dopo un derby. La fragranza, in realtà, punta a rappresentare una mascolinità moderna e sensibile, con note legnose e profonde, ispirate alla connessione tra uomo e natura. Adam Driver che si fonde con il cavallo in una visione quasi mitologica è un modo per evocare il concetto di forza primordiale e libertà.
Ma provate voi a spiegare tutto questo a chi sta solo cercando di capire se Jack e il padre sopravviveranno alla glaciazione, tra un’interruzione pubblicitaria e l’altra.
D’altra parte, The Day After Tomorrow non è mica una visione a caso. Con i tempi che corrono, un bel ripasso su come sopravvivere a una catastrofe naturale non fa mai male. Non che ci aspettiamo che il mondo diventi improvvisamente una lastra di ghiaccio, ma tra cambiamenti climatici, disastri ambientali e tensioni varie, non è che oggi possiamo proprio rilassarci con serenità assoluta. Insomma, mentre Jack si rifugia nella biblioteca bruciando enciclopedie per scaldarsi, noi prendiamo appunti su cosa potremmo dover fare. E magari, nel dubbio, teniamo da parte anche una scorta di candele e batterie… che non si sa mai.
Arriva di nuovo la pubblicità, perché, a questo punto, Mediaset ha deciso che The Day After Tomorrow lo vedremo a puntate come una serie TV, ed ecco che sullo schermo compare lui: Edward Cullen. No, aspetta… Robert Pattinson. Ma l’effetto è lo stesso. Occhi malinconici, sguardo perso tra il misterioso e l’annoiato, e una motocicletta che, per qualche oscuro motivo, sembra usata più come divano che come mezzo di trasporto.
Adriano, senza perdere un colpo, commenta: “Lei con Twilight seduta sulla motocicletta tutta al contrario… è come fare uno spot di una macchina con una una che guida in retromarcia! Ma che problemi hanno?”.
E in effetti, la scena solleva qualche domanda. Lo spot di Dior Homme – I’m Your Man ha tutto: la fotografia patinata, la musica che suggerisce intensità emotiva, Pattinson che alterna sguardi penetranti al vuoto cosmico. Ma lei in quella posizione così… poco convenzionale?
Intanto The Day After Tomorrow riprende, giusto il tempo di ricordarci che una buona scorta di coperte e cibo in scatola potrebbe tornare utile nel prossimo futuro. Ma non facciamo in tempo a prendere appunti che arriva l’ennesima pausa pubblicitaria. Se la vera sfida del film è sopravvivere all’era glaciale, la nostra è riuscire a vedere almeno mezz’ora di trama senza essere interrotti da un attore dall’aria tormentata che pubblicizza un profumo.
E passando dal divano alla camera da letto, tra una pubblicità e l’altra, sento Adriano che, assorto nelle sue riflessioni da critico pubblicitario non riconosciuto, se ne esce con un’altra delle sue perle: “Come Johnny Depp che si rompe il bracciale! Non è Sauvage… è str**z!”.
Un chiaro riferimento agli spot di Dior Sauvage, in cui il buon Johnny, con il suo fascino da rockstar mistico-desertico, si aggira tra scenari selvaggi, scavando buche, fissando il vuoto o suonando la chitarra con un’aria da “ho capito tutto della vita, ma non vi spiegherò mai cosa”. Il tutto, ovviamente, mentre si sfila il bracciale in un gesto simbolico che dovrebbe rappresentare la libertà, ma che, a detta di Adriano, sembra più un problema di fibbia difettosa.
E in effetti, se il messaggio è quello della virilità pura e incontaminata, forse sarebbe meglio evitare scene che fanno pensare più a un “maledizione, l’ho pagato su Etsy e si è già rotto” che a un atto di ribellione profonda.
E mentre Adriano continua la sua crociata contro la logica pubblicitaria, io provo a difendere almeno uno degli spot che ci stanno bombardando: “Beh, almeno con Gucci Flora hanno avuto un po’ di coerenza: hanno preso Miley Cyrus, e la canzone è Flowers. Almeno lì un senso c’è!”.
Lui mi guarda, incrocia le braccia e sospira come chi ha appena perso ogni speranza nell’industria del marketing: “Sì, vabbè, ma quello è facile. Se vendi un profumo che si chiama Flora e prendi una cantante che canta Flowers, hai semplicemente fatto il compitino. Dove sta il genio creativo?”.
Effettivamente, ormai siamo a un punto in cui ci aspettiamo pubblicità sempre più assurde e scollegate. Se domani qualcuno decidesse di promuovere un profumo con uno spot ambientato nello spazio, con un astronauta che annusa l’etere e dice “Questo è il profumo del cosmo”, non ci stupiremmo più di tanto.
Intanto, nel nostro piccolo, la nostra personale lotta per la sopravvivenza continua: riusciremo mai a vedere The Day After Tomorrow senza interruzioni? Riusciremo a sfuggire alla pubblicità di profumi che ormai si susseguono senza soluzione di continuità? O finirà che, tra un centauro, un Pattinson in retromarcia e un Depp con problemi di accessori, dovremo rivedere il film un’altra sera?
Ai posteri ...e agli spot, l’ardua sentenza.
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